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Libri 

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Cos’hanno in comune il sogno libertario delle criptovalute, quello tecnocratico dell’indipendenza delle banche centrali, la finanziarizzazione del sistema economico, l’abolizione della fatica attraverso la tecnologia, la globalizzazione e un mondo senza barriere, l’illusione della crescita infinita e l’idea che, tagliando le tasse ai ricchi, tutti staranno meglio, come con la flat tax? Sono sette grandi sogni immaginati e concretizzati da riformisti visionari, uomini e donne con la volontà di cambiare il mondo. Eppure, il confine tra sogno e utopia è spesso sottile, e tante idee geniali, messe a confronto con la realtà, hanno preso la direzione sbagliata: qualcosa è andato storto. Nelle vicende umane, del resto, i percorsi possono diventare accidentati, le cose possono sfuggire di mano, e i risultati rivelarsi deludenti o implicare effetti collaterali indesiderati. Carlo Cottarelli chiama quelle visioni “chimere” e le racconta in questo libro, spiegando al grande pubblico qual è la consistenza dei sette sogni e qual è la posta in gioco del loro successo o fallimento. Sono questioni che riguardano noi e le generazioni future, perché dovremo affrontare il problema di una crescita compatibile con i vincoli ambientali, la necessità della stabilità monetaria, le conseguenze di un’eventuale deglobalizzazione. “Stiamo sognando troppo a lungo e, nel mentre, non facciamo quello che sarebbe necessario per rendere il sogno una realtà. C’è ancora tempo, è vero, ma dobbiamo renderci conto che sognare non è abbastanza.”

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Dicono che l’unico modo per comprendere ciò che siamo è tenere sempre a mente da dove veniamo, quali siano le nostre radici. Le mie le immagino piuttosto lunghe e salde, perché si trovano molto lontano da qui, eppure non le ho mai scordate. Le sensazioni che la mia terra ha saputo darmi le custodisco gelosamente dentro di me, ma i suoi profumi e i suoi sapori no, quelli li trovate nella mia dispensa e nelle mie ricette. Con questo non voglio dire che la cucina che propongo sia nigeriana o fusion: proprio come se si trattasse di una ricetta, il mio intento è quello di riuscire ad amalgamare al meglio tutto ciò che mi porto dentro, ottenendo un piatto in cui sia difficile riconoscere da quali ingredienti iniziali si è partiti. Proprio come un Punch Phoron.

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Federico Faggin è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con questo libro stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c'è qualcosa di irriducibile nell'essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente. "Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi… È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano… In una macchina non c'è nessuna 'pausa di riflessione' tra i simboli e l'azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo." Il pioniere della rivoluzione informatica arriva così a mettere radicalmente in discussione la teoria che ci descrive come macchine biologiche analoghe ai computer e che tralascia di considerare tutti quegli aspetti che non rispettano i paradigmi meccanicisti e riduzionisti: "Se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico. Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?". Finiremmo col pensare che i computer, e chi li governa, valgano più di noi. Irriducibile è un saggio entusiasmante, capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce una irrinunciabile e inedita fisica del mondo interiore. Cristallino nelle sue parti divulgative (meccanica quantistica, coscienza, teoria dell'informazione…), illuminante nelle nuove connessioni che propone e, infine, esaltante nell'idea che promuove di come essere davvero, profondamente, umani.

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Irrazionale, fantastico, copertine color pastello e grafica ricercata: lo “stile Adelphi” è diventato un brand in cui si sono riconosciute generazioni di lettori. Eppure, complice forse una rivendicata inclinazione all'inattualità e all'apoliticità, Adelphi non è mai stata fatta oggetto di uno studio storiografico ad hoc. Fondata nel 1962, portò in Italia un nuovo gusto per l'oggetto-libro e filoni culturali di spessore internazionale che il pubblico della Penisola per lo più ignorava. Sulla base di una ricca documentazione in gran parte inedita, il volume ne ricostruisce la storia delle origini, individuandone le premesse di lungo periodo sin dal ventennio fascista. Bobi Bazlen, Luciano Foà, Roberto Calasso, Alberto Zevi, Ernst Bernhard, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Giorgio Colli, Erich Linder, Fleur Jaeggy, Elena Croce e Ingeborg Bachmann sono solo alcune delle figure che si incrociano per rintracciare progetti, autori, mediatori e testi con cui la casa editrice si è progressivamente guadagnata una larga base di lettori fedeli, andando dai bilanci in rosso dei primi vent'anni alla crescita e all'affermazione del marchio negli anni Ottanta e Novanta.

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Da sempre misuriamo il mondo. Per conoscerlo ed esplorarlo, per viverci, per interagire con i nostri simili. L'umanità misura per conoscere il passato, comprendere il presente, progettare il futuro. Ci sono voluti però millenni perché due rivoluzioni, quella scientifica iniziata con Galileo e quella francese, avviassero il percorso per rendere il sistema di misura condiviso e non più basato su deperibili artefatti umani, ma su elementi invariabili e universali della natura. Un cammino poco noto che è però una delle principali conquiste scientifiche e sociali dell'era moderna. Oggi con solo sette unità di misura fondamentali – metro, secondo, chilogrammo, kelvin, ampere, mole e candela – misuriamo e cerchiamo di comprendere la complessità e le meraviglie della natura, dal microcosmo delle particelle elementari ai confini dell'universo. Queste unità fondamentali sono protagoniste di sette affascinanti racconti che, insieme ai grandi della scienza e a tanti inaspettati personaggi, conducono il lettore in un viaggio alla scoperta della fisica – da Galileo a Einstein, dalla meccanica di Newton alla quantistica – e di come la scienza aiuti a costruire un futuro sostenibile e rispettoso dell'ambiente. Con un finale a sorpresa.

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In Italia nascono sempre meno bambini, aumentano le donne senza figli, chi diventa madre lo fa sempre più tardi. Perché una dimensione della vita che dovrebbe essere semplice è diventata così complicata? Per rispondere bisogna affrontare sia gli aspetti culturali sia quelli strutturali che pesano sulle spalle delle italiane. Tra i primi, il mito della maternità che esercita una pressione fortissima nel nome di un ideale di perfezione. Tra gli aspetti strutturali, mancanza di servizi per l'infanzia, congedi parentali non equamente distribuiti e incertezza lavorativa. In questo saggio - informatissimo e ricco di dati - idee e proposte per superare la crisi demografica e per immaginare una società in cui vita professionale e vita privata siano in armonia.

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Dal cibo alla raccolta differenziata, un racconto concreto della sostenibilità, strettamente collegato alla nostra routine quotidiana. Ogni nostra scelta, infatti, influenza i grandi numeri del cambiamento climatico, a prima vista così lontani. In questo libro troverete un nuovo linguaggio che può essere compreso e poi utilizzato (e quindi diffuso) da tutti. Il riciclo, i risparmi ma anche l’acqua in bottiglia (!). Come mi vesto e come viaggio. Tutto qui? Ma naturalmente no... Come la mettiamo con la perdita di biodiversità? E con l’uso dell’energia? E, infine, sì, anche la parità di genere ha a che fare con la sostenibilità. Non ci resta che iniziare il viaggio!

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Con la schiettezza e la passione che lo hanno reso una delle figure più popolari e vicine ai cittadini, Luca Zaia si racconta per recuperare attraverso i ricordi lo slancio di un paese in cui «mai è mancata la forza per guardare al futuro con ottimismo, anche nei momenti peggiori. Mai si è spezzato quell’ingranaggio che, di generazione in generazione, ci ha trasmesso la voglia di rispondere a qualsiasi cambiamento, anche il più inaspettato, impegnandoci a costruire qualcosa di nuovo». Per valutare insieme premesse e conseguenze delle scelte che abbiamo davanti, ripercorre alcune soglie simboliche che nella storia collettiva e individuale hanno segnato altrettante svolte determinanti per la crescita dell’Italia. Dal Veneto degli anni sessanta al benessere diffuso, dal confronto con l’immaginario televisivo all’avvento dei consumi di massa, dal falso mito di un ambiente incontaminato alle guerre le cui atrocità arrivano in diretta sui nostri schermi, si misura con temi spinosi e pregiudizi. Ne ricava indicazioni e spunti per definire quanto ancora resta da fare su questioni che, oggi più che mai, ci riguardano tutti da vicino: la conversione ecologica, le migrazioni, i diritti universali, la parità effettiva e non solo enunciata, le nuove povertà, il rapporto con i giovani, vero motore della rinascita, fino al traguardo di un’autonomia responsabile. Con la concretezza dell’amministratore e al di là di ogni barriera ideologica, Luca Zaia mostra che, se i mutamenti mettono inevitabilmente di fronte a problemi sconosciuti, dobbiamo però saperne cogliere anche le straordinarie opportunità. Nella testimonianza di chi non smette di credere nel futuro, un invito a esercitare la libertà di scelta, non cedendo al pessimismo, «l’ultimo atteggiamento di cui ha bisogno la nostra comunità di fronte alle sfide che la attendono e che sono altrettanto dure rispetto a quelle in cui è già impegnata».

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